Lo Stato ha perso un'altra battaglia
- cesano95
- 7 set 2014
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Venerdì notte nel Rione Traiano va in scena una battaglia di una guerra che lo Stato non riesce ancora a vincere: Italia contro Napoli. L’epilogo di questa battaglia avviene quando Davide, giovane diciasettenne, viene ucciso da un carabiniere coetaneo.
Fatalità, istinto o volontà lo sapremo dopo gli esiti delle indagini. Non è il primo caso che avviene, a Cardito, pochi giorni prima, un rapinatore era stato ucciso dalle forze dell’ordine. Anche in quel caso, come ora dicono gli agenti, il colpo partì involontariamente.
L'Italia si spacca in due, una parte approva il gesto del giovane carabiniere, l’altra duramente condanna quel gesto. La verità è che ancora una volta, Napoli si macchia di sangue innocente, sangue di ragazzi che hanno avuto la sfortuna di nascere in quei rioni, anziché in paesi più tranquilli.
Lo Stato, in quartieri come il Rione Traiano, il Parco Verde, Scampia e Salicelle continua a sbagliare, non può mandare di pattuglia dei giovani agenti, il più delle volte impauriti ed inesperti per alcune situazioni. Anche se, a mio avviso, questa battaglia lo Stato l’ha voluta perdere. Perché uno Stato assente in queste zone, non può e non deve permettersi questi comportamenti. Uno Stato che permette alla microcriminalità e alla camorra di governare queste zone, che permette lo spaccio a qualsiasi ora e a qualsiasi posto, che permette a chiunque di non rispettare le regole, che permette di vivere nell’anarchia più assoluta, lo Stato che lascia quelle zone morire giorno dopo giorno senza dare un minimo appoggio agli Italiani stanchi che chiedono di vivere serenamente, non può svegliarsi all’improvviso e uccidere un ragazzino.
"Qua lo Stato non si vede. Anziché proteggere, uccide. Ci difende solo la camorra!". Soltanto rabbia per queste parole, ma purtroppo è la verità. Così iniziano ad urlare gli abitanti di quei rioni, che giorno dopo giorno si sentono sempre più lontani da questo Stato. Persone che ricevo sicurezza, riparo e sopravvivenza dalla Camorra anziché dallo Stato. E non dimentichiamoci delle tantissime persone oneste, alle volte anche omertose, che vivono nel terrore e grazie alla Camorra sono costrette ad accettare perfino il coprifuoco.
Ricordatevi che non tutti i Napoletani sono criminali, e non tutti gli agenti sono degli assassini. Infine, mi chiedo soltanto una cosa: quando lo Stato scenderà in campo per garantire gli stessi diritti di tutti gli Italiani, anche ai Napoletani?
Alla fine, ciò che resta è la tragica morte di Davide. Un giovane come noi, che resterà diciassettenne per sempre. A nome di tutta l’associazione Giovani in Movimento per Cesa, posso esprimere la nostra vicinanza alla famiglia di Davide che difficilmente si rassegnerà dinanzi a questa perdita.
Eugenio Oliva
Presidente G.M.C.

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